
Il cappuccino è una bevanda di origine italiana composta da caffè espresso, latte e latte montato a schiuma.
Preparazione
Solitamente viene bevuto zuccherato, spesso accompagnato da brioche o croissant.
Il cappuccino di solito è composto da circa 125 ml di latte e 25 ml di caffè. La schiuma dev’essere di bell’aspetto e in quantità abbondante. Talvolta, per completare, si aggiunge una spolverata di cacaoo di cannella in polvere. Il cappuccino perfetto è definito come quello che ha 1/3 di caffè, 1/3 di latte e 1/3 di schiuma.[E chi lo dice?]
Esistono molte varianti nel mondo. In Italia le principali varianti sono cappuccino scuro e cappuccino chiaro. Ultimamente ad accrescere l’estetica del cappuccino ci sono le moderne tecniche dell’art coffee o latte art, con le quali è possibile decorarlo tramite disegni fatti con il bricchetto del latte o strumenti manuali.
Storia
Non sembra esserci alcuna base storica per la leggenda metropolitana narrata da Vittorio Messori[1] secondo la quale il nome deriverebbe dal beato Marco d’Aviano,[2] frate cappuccino che partecipò alla battaglia di Vienna del 1683. Secondo tale leggenda, assaggiando nella bottega di Georg Michaelowitz il caffè fatto con dei sacchi ottenuti in premio per la vittoria contro gli ottomani, Marco D’Aviano lo trovò troppo aspro e lo allungò con del latte, inventando così la bevanda. Ad oggi non si trova traccia alcuna di questa storia in nessuna delle biografie e dei libri sul Padre Marco, né in altre opere relative all’assedio di Vienna, ed essa compare per la prima volta soltanto nella seconda metà degli anni ottanta del Novecento, sui rotocalchi della stampa popolare austriaca, senza alcuna attribuzione o indicazione di alcuna fonte storica o comunque riconosciuta; la favola, inoltre, è stata smentita anche dal massimo conoscitore di tutto ciò che riguarda la vita del Beato Marco d’Aviano, il Postulatore della sua causa di canonizzazione.
Una simile leggenda è sorta intorno alla nascita della brioche, che viene però collegata all’assedio di Budapest di qualche anno dopo. È probabile che il nomignolo della bevanda derivi invece dal biancore del latte solitamente circondato dall’anello scuro del caffè, simile all’ampia tonsura dei cappuccini, o forse dal colore della bevanda, simile a quella del loro saio.
Le macchine espresso necessarie per ottenere il caratteristico effetto del cappuccino si sono diffuse a partire dai primi anni del XX secolo, con il primo brevetto rilasciato a Luigi Bezzera nel 1901.