Con il termine costume da bagno si indica un particolare capo d’abbigliamento, solitamente indossato per nuotare. In commercio ne esistono numerosi esemplari, che differiscono anche in base al sesso della persona che li indossa.
Tipi e stili
Per gli uomini i costumi da bagno si suddividono tra gli slip, i parigamba e i boxer, simili al capo d’abbigliamento intimo.
Per le donne esistono numerose varianti, ad uno (il cosiddetto costume intero) o due pezzi, tra cui il celebre bikini, ma vi sono anche quelli detti topless.
Un particolare costume da bagno intero è stato disegnato per le donne musulmane e prende il nome di Burqini.
Speciali esemplari sono stati progettati per gli atleti, al fine di migliorare il più possibile le loro prestazioni.
Storia
Il bikini era largamente usato nell’Antica Roma
Nelle tradizioni culturali delle varie civiltà, laddove il bagno non era consentito in completa nudità, il costume da bagno di solito era l’equivalente di un vestito indossato normalmente nella vita di tutti i giorni. Per esempio gli uomini giapponesi indossavano per fare il bagno il tradizionale fundoshi. Addirittura, nel diciottesimo secolo le donne indossavano delle particolari “gonne da bagno”, fatte di un materiale che non diventava trasparente, ed appesantito sui bordi affinché non si alzasse in acqua.
In Europa primi costumi da bagno che permettevano di mostrarsi in pubblico al mare fecero la loro comparsa verso la metà del diciannovesimo secolo. Il costume femminile era costituito da due pezzi: un vestito che copriva dalle spalle alle ginocchia ed un pantalone che scendeva fino alle caviglie. Tuttavia tale abito balneare era indossato ancora sul busto, che resistette nell’uso comune fino al primo decennio del Novecento, con accessori indispensabili come le scarpette e un cappello a visiera. Si riteneva che per una signora l’abbronzatura fosse volgare e che la pelle dovesse rimanere candida. Nell’Inghilterra vittoriana invece gli stabilimenti balneari erano attrezzati in modo che le persone di sesso opposto non avessero contatti.
Nel 1907 la nuotatrice australiana Annette Kellerman si esibì in uno dei suoi spettacoli di nuoto sincronizzato negli Stati Uniti. Tuttavia la donna venne arrestata perché il suo costume lasciava scoperte braccia, gambe e collo. Nelle esibizioni successive la Kellerman dovette utilizzare un costume più coprente. In seguito a questo evento i costumi andarono progressivamente rimpicciolendosi, dapprima scoprendo le braccia, in seguito le gambe furono denudate fino alle cosce, cosi come il collo ed il décolleté. I primi bikini furono introdotti subito dopo la seconda guerra mondiale, benché i primi modelli non differivano molto da quelli già visti negli anni venti.
Dagli anni cinquanta la dimensione dei bikini si ridusse progressivamente, fino agli anni sessanta quando cominciò a diffondersi il topless. Lo stilista Rudi Gernreich disegnò il monokini, un tipo di costume che lasciava completamente scoperto il seno. Non fu un successo commerciale ma aprì la strada ad altre innovazioni.
Gli anni ottanta videro la nascita del tanga, diffuso inizialmente in Brasile, che si diceva fosse ispirato agli indumenti tradizionali degli abitanti dell’Amazzonia.
I costumi da bagno maschili si diffusero parallelamente a quelli femminili, aumentando pian piano la parte di pelle scoperta, ed arrivando alla fine allo slip. Tuttavia i costumi maggiormente diffusi sono quelli nati nei tardi anni ottanta come i boxer, che seguirono la tendenza inversa, tendendo a coprire maggiormente il corpo.