Il Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda del Nord (denominazione ufficiale in lingua inglese: United Kingdom of Great Britain and Northern Ireland; ellissi diffusa nel linguaggio comune: “Regno Unito”; abbreviazione diffusa nel linguaggio comune: “UK”;[6] sineddochi diffuse nel linguaggio comune: “Gran Bretagna” e “Inghilterra“) è uno stato situato nell’Europa occidentale. La capitale e sede del governo è Londra.
Il Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda nasce con l’Atto di Unione del 1800 che univa il Regno di Gran Bretagna e il Regno d’Irlanda. Gran parte dell’Irlanda si separò poi nel 1922 costituendo lo Stato Libero d’Irlanda (l’attuale Repubblica d’Irlanda). Il Regno Unito è uno stato unitario, composto da quattro Nazioni costitutive (Home Nations): Inghilterra, Galles, Scozia e Irlanda del Nord.[7] È governato da un sistema parlamentare.
Il Regno Unito è situato al largo delle coste occidentali dell’Europa settentrionale circondato a est dal Mare del Nord, a sud dal Canale dellaManica, ed a ovest dall’oceano Atlantico e dal mare d’Irlanda. Le Isole del Canale e l’Isola di Man sono sottoposte all’autorità della Corona britannica ma non fanno parte del Regno Unito.[8]
La Gran Bretagna è l’isola comprendente la maggior parte del territorio dell’Inghilterra, del Galles e della Scozia. Le isole britanniche invece sono l’arcipelago comprendente la Gran Bretagna, l’Irlanda, l’Isola di Man, l’Isola di Wight, le isole Orcadi, le isole Ebridi, le isole Shetland le Isole del Canale e altre isole minori.
Il Regno Unito possiede anche quattordici territori d’oltremare che costituiscono i resti dell’antico impero britannico tra cui Bermuda, Gibilterra, leisole Pitcairn, le isole Falkland e i territori britannici in Antartide e nell’oceano Indiano. Il Regno Unito è una monarchia parlamentare e la reginaElisabetta II è tuttora capo dello Stato di 16 Paesi membri del Commonwealth, tra i quali il Canada, l’Australia, la Nuova Zelanda e la Giamaica.
È stato il primo paese del mondo ad essere industrializzato[9] e fu una potenza di prim’ordine, soprattutto durante il XIX e gli inizi del XX secolo,[10] ma il costo economico delle due guerre mondiali e il declino del suo grande impero coloniale, nella seconda metà del XX secolo segnarono il declino della sua influenza nel mondo. Membro del G8, il Regno Unito è un paese tra i più sviluppati del globo; con un PIL stimato sui 2800 miliardi di dollari, il Regno Unito è la settima potenza economica mondiale, dopo Stati Uniti, Cina, Giappone, Germania, Francia eBrasile, e la terza in Europa (dopo la Germania e la Francia); è membro dell’ONU, della NATO, dell’Unione Europea, del G8 e del G7; ha una popolazione di 62 milioni di abitanti, è membro fondatore della NATO e dell’ONU dove è membro permanente del Consiglio di sicurezza con diritto di veto. È, infine, uno Stato membro dell’Unione europea dal 1973.
Storia
La Scozia e l’Inghilterra esistevano come entità separate già a partire dal X secolo. Il Galles passò sotto il controllo dell’Inghilterra dal 1284, ed entrò a far parte del regno di Inghilterra tramite l’atto di Unione del 1536.
Il 1º maggio 1707 venne creato il Regno di Gran Bretagna,[11][12] dall’unione politica del Regno d’Inghilterra (che comprendeva il Galles) e il Regno di Scozia. Questo evento fu il risultato dell’Atto di Unione che era stato concordato il 22 luglio 1706,[13] e successivamente ratificati dal Parlamento d’Inghilterra e dal Parlamento di Scozia. Quasi un secolo più tardi, con l’Atto di Unione del 1800, il Regno d’Irlanda, che era stato messo sotto controllo inglese tra il 1541 e 1691, entrò a far parte del Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda.[14] L’Inghilterra e la Scozia sebbene separate prima del 1707, avevano già sperimentato l’Unione delle Corone nel 1603, quando Giacomo VI, Re di Scozia aveva ereditato il trono delRegno d’Inghilterra e aveva trasferito la sua corte da Edimburgo a Londra.[15][16] Era l’inizio della dinastia Stuart, che terminerà nel 1714.
Nel suo primo secolo di vita, il Regno Unito svolse un ruolo importante nello sviluppo delle idee in Occidente, dello sviluppo del sistema parlamentare, nonché nel contributo significativo nel campo della letteratura, delle arti e delle scienze. La rivoluzione industriale portò alla trasformazione del paese e alimentò il crescente impero britannico. Durante questo periodo, come le altre grandi potenze, il Regno Unito venne coinvolto nello sfruttamento coloniale, compreso il commercio degli schiavi attraverso l’Atlantico, anche se con lo Slave Trade Act del 1807 fu il primo paese a vietarne la pratica.[17]
Dopo la sconfitta di Napoleone nelle guerre napoleoniche, il Regno Unito emerse come principale potenza navale del XIX secolo e rimase una potenza di prim’ordine per tutta la prima metà del XX secolo. L’Impero britannico raggiunse la sua massima estensione nel 1921, guadagnando dalla Lega delle Nazioni il mandato su buona parte delle ex-colonie tedesche e ottomane dopo la Prima guerra mondiale.

Tensioni in Irlanda portarono alla separazione di tutta l’isola nel 1920, seguita dall’indipendenza nel1922 con 26 contee irlandesi, comprese tre contee dell’Ulster (Cavan, Monaghan e Donegal) formando il libero Stato di Irlanda. Le rimanenti sei contee dell’Ulster rimasero parte del Regno Unito. Come risultato nel 1927 il nome formale del Regno Unito venne cambiato nel suo nome attuale: Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda del Nord.[18]
Negli anni venti venne creata la BBC, prima grande rete di diffusione internazionale. Il Regno Unito fu una delle principali potenze alleate a combattere la Germania nazista durante la Seconda guerra mondiale e contribuì con la sua politica a pianificare il dopoguerra. La guerra causò al paese gravi perdite, sia umane che finanziarie, ma attraverso il Piano Marshall e ai costosi prestiti di Canada eStati Uniti riuscì a risollevarsi.
L’immediato dopoguerra vide l’istituzione del Welfare State britannico, tra cui uno dei primi e più completi sistemi sanitari pubblici, mentre l’economia della ricostruzione richiamò persone da tutto ilCommonwealth, che contribuì a creare una società multietnica. Sebbene il nuovo dopoguerra avesse posto in chiaro i limiti del ruolo politico della Gran Bretagna, confermati dalla crisi di Suez del 1956, la diffusione internazionale della lingua inglese assecondò l’influenza della sua letteraturae della sua cultura.
Dopo un periodo di rallentamento economico mondiale e le lotte operaie degli anni ‘70, gli anni ‘80 videro un periodo di crescita, aiutato dalle entrate derivanti dalle estrazioni petrolifere del Mare del Nord. Il governo di Margaret Thatcher segnò un significativo cambiamento di direzione nella politica e nell’economia del periodo post-bellico; un percorso che continuò sotto il nuovo governo laburista di Tony Blair e Gordon Brown dal1997.
Il Regno Unito fu uno dei 12 membri fondatori dell’Unione europea al suo lancio nel 1992 con la firma del Trattato di Maastricht. In precedenza, era stato un membro della Comunità economica europea (CEE), a partire dal 1973.
Geografia
Il Regno Unito è uno stato insulare dell’Europa Occidentale, che si sviluppa sull’intera isola di Gran Bretagna e su un sesto dell’isola d’Irlanda. È diviso in quattro nazioni, conosciute in patria come Home Nations, ossia “nazioni interne”.
L’unica nazione che confina col Regno Unito è la Repubblica d’Irlanda.
La maggior parte del territorio d’Inghilterra è caratterizzato da colline e pianure divise da est a ovest da alcune catene collinari. Da Nord a Sud le più rilevanti sono: le Cumbrian Mountains, i monti Pennini, le colline del Peak District, le Cotswolds e le Chilterns. I fiumi principali sono il Tamigi, il Severn, il Trent, l’Humber e il Tyne. Città principali sono Londra, Birmingham, Manchester, Sheffield, Liverpool, Nottingham, Leeds, Bristol eNewcastle upon Tyne.
Il Galles è principalmente montuoso, a nord-ovest si elevano i monti di Snowdonia che raggiungono la massima altezza del Galles con il monteSnowdon, alto 1.085 metri. Nella regione centrale si elevano i monti Cambrici ed a sud-est quelli del Brecon Beacons. A nord del Galles si trova l’isola di Anglesey. Capoluogo e città principale è Cardiff situata nella parte meridionale del paese.
Il territorio della Scozia è contraddistinto da pianure nelle parti meridionale e orientale e da montagne, tra le quali il Ben Nevis (1.344 m), e altipiani nelle parti settentrionali e occidentali. Vi sono numerosi laghi e profondi fiordi. La Scozia comprende un vasto numero di isole situate al largo delle coste occidentali e settentrionali: le Ebridi, le Orcadi e le Shetland. Il capoluogo scozzese è Edimburgo ma la più grande città èGlasgow.
L’Irlanda del Nord, situata nella parte nord-orientale dell’isola irlandese, è principalmente collinare. Il suo capoluogo è Belfast.
Nel Regno Unito non si parla un’unica lingua. Sebbene la più parlata, di fatto, sia l’inglese, tuttavia la Carta Europea delle lingue regionali ha ufficialmente riconosciuto come lingue autoctone e regionali il gallese, il gaelico scozzese, il gaelico irlandese, il cornico, lo scots e lo Ulster Scots.
Demografia

Un censimento della popolazione viene svolto ogni dieci anni in ogni parte del Regno Unito.[19] L’Office for National Statistics è responsabile per la raccolta dei dati in Inghilterra e Galles con il General Register Office for Scotland e il Northern Ireland Statistics and Research Agency responsabili per i censimenti nei rispettivi paesi.[20]
Popolazione

Al censimento più recente nel 2001 la popolazione totale del Regno Unito ammontava a 58.789.194 abitanti, il terzo paese più popolato dell’Unione europea (dopo la Germania e la Francia), il quinto del Commonwealth e il 22° del mondo. A metà del 2007 la stima era cresciuta fino a 60.975.000 di abitanti.[21] L’attuale crescita della popolazione è dovuta principalmente al saldo migratorio netto, ma anche a un aumento del tasso di natalità e all’aumento della speranza di vita.[22] Il 2007 ha segnato anche il sorpasso del numero di persone in età pensionabile sul numero di abitanti al di sotto dei 16 anni.[23]
A metà 2007 l’Inghilterra contava una popolazione stimata a 51,1 milioni di persone.[24] Rappresenta una delle aree più densamente popolate del mondo con 383 persone residenti per chilometro quadrato a metà del 2003, con una particolare concentrazione nella regione di Londra e nel Sud-Est del paese.[25] Sempre nel 2007 le stime rivelavano come la Scozia possedesse una popolazione di 5,1 milioni di abitanti, il Galles 3 milioni e l’Irlanda del Nord 1,8 milioni di abitanti,[24] tutte con una densità di popolazione di gran lunga più bassa rispetto all’Inghilterra. Si contano 142 abitanti/km² in Galles, 125 abitanti/km² nell’Irlanda del Nord e solo 65 abitanti/km² in Scozia (a metà del 2003).[25]
Nel 2007, il tasso di fecondità medio nel Regno Unito era di 1,90 figli per donna.[26] Si stima che nel 2008 la fertilità nel Regno Unito sia salita a 1,91 figli per donna,[27] cifra che rimane comunque al di sotto del tasso di sostituzione che è di 2,1, ma comunque superiore al minimo registrato nel 2001 di 1,63. Inghilterra e Galles hanno tassi di natalità rispettivamente di 1,92 e 1,90. La Scozia presenta la più bassa fertilità, con soli 1,73 figli per donna, mentre l’Irlanda del Nord il tasso più elevato, con 2,02 figli.[26] I tassi di fertilità più elevati si rilevarono negli anni sessanta durante il ‘baby-boom’, con un massimo di 2,95 figli per donna nel 1964.[26] Il tasso di natalità è più elevato tra le donne straniere, rispetto a quelle nate inGran Bretagna.[26]
Migrazione

I cittadini dell’Unione europea hanno il diritto di vivere e lavorare nel Regno Unito[28] anche se disposizioni transitorie si applicano ai rumeni ebulgari i cui paesi hanno aderito all’UE nel gennaio 2007.[29]
Similmente ad altri paesi europei, l’immigrazione sta contribuendo in maniera significativa all’aumento della popolazione,[30] rappresentando circa la metà dell’aumento tra il 1991 e il 2001. Le cifre ufficiali hanno dimostrato che 2,3 milioni di migranti si sono trasferiti in Gran Bretagna dal1997,[31][32] l’84% delle quali provenienti da fuori Europa,[33] e ulteriori 7 milioni sono previsti per il 2031.[34] Le ultime cifre ufficiali (2006) mostrano un saldo migratorio netto verso il Regno Unito di 191.000 persone, a fronte di 185.000 nel 2005.[35][36][37] Uno su sei proviene dai paesi dell’Europa orientale.[38] L’immigrazione dal Subcontinente indiano, alimentato principalmente dal ricongiungimento familiare, ha rappresentato i due terzi della crescita in materia di immigrazione. A causa dell’emigrazione, almeno 5,5 milioni di inglesi vivono all’estero, principalmente Australia, Spagna,Francia, Nuova Zelanda e Stati Uniti.[39][40]
Tuttavia la percentuale di popolazione nata da cittadini stranieri nel Regno Unito resta leggermente inferiore rispetto a quella di altri Paesi europei.[41] Si stima che la popolazione immigrata in Gran Bretagna raddoppierà nei prossimi due decenni, raggiungendo i 9,1 milioni di cittadini.[42]
Nel 2004 il numero di persone che sono diventate cittadini britannici ha toccato la cifra record di 140.795, un aumento del 12% rispetto all’anno precedente. Questo numero è salito drasticamente dal 2000. La stragrande maggioranza dei nuovi cittadini proviene da Africa (32%) e Asia (40%), e i principali paesi sono Pakistan, India e Somalia. Nel 2006, ci sono state 149.035 domande di cittadinanza, il 32% in meno rispetto al 2005. Il numero di persone a cui è stata concessa la cittadinanza nel corso del 2006 è stato 154.095, il 5% in meno rispetto al 2005. Il gruppo più numeroso a cui è stata concessa la cittadinanza britannica sono i cittadini provenienti da India, Pakistan, Somalia e Filippine.[43]
Il 21,9% dei bambini nati in Inghilterra e in Galles nel 2006 sono nati da madri che sono nate al di fuori del Regno Unito, (146.956 dei 669.601 bambini nati) in base alle statistiche ufficiali rilasciate nel 2007, che mostrano anche i più alti tassi di natalità da 26 anni.[44]
Etnie
La popolazione del Regno Unito discende da diversi popoli, Precelti (conosciuti come Pitti), Celti (nella parti di estremo occidente del paese), Anglosassoni (ceppo prevalente), e Normanni. Dei 58.791.177 abitanti 54.153.898 (92,1%) sono bianchi, 677.117 (1,2%) sono di etnia mista, 1.055.411 (1,8%) sono Indiani, 747.285 (1,3%) Pakistani, 283.063 (0,8%) Bengalesi, 247.644 (0,4%) altri asiatici, 565.876 (1,0%) caraibici, 485.277 (0,8%) africani, 97.588 (0,2%) altri neri, 247.403 (0,4%) Cinesi, e il restante 230.615 (0,4%) appartengono ad altre etnie.
Gli anglosassoni sono l’unico gruppo etnico del Regno Unito in costante calo numerico, e si calcola che se proseguono le tendenze attuali, entro il 2100 saranno una minoranza[45] nel loro stesso paese.
Gli oriundi Italo-britannici sono circa mezzo milione, concentrati nell’area centro-meridionale del Regno Unito (i cittadini italiani erano 170.927 nel 2007, secondo l’Anagrafe degli italiani residenti all’estero).[46]
La seguente tabella riporta la composizione etnica del Regno Unito (censimento del 2001):[47]
Gruppo Etnico | Popolazione | % del totale* |
---|---|---|
Bianchi | 54.153.898 | 92,1% |
Etnia mista | 677.117 | 1,2% |
Indiani | 1.053.411 | 1,8% |
Pakistani | 747.285 | 1,3% |
Bengalesi | 283.063 | 0,5% |
Altri asiatici (non cinesi) | 247.644 | 0,4% |
Caraibici di colore | 565.876 | 1,0% |
Africani di colore | 485.277 | 0,8% |
DI colore (altri) | 97.585 | 0,2% |
Cinesi | 247.403 | 0,4% |
Altri | 230.615 | 0,4% |
7G Origine delle varie etnie:
Pos. | Cittadinanza | Popolazione | % del totale* |
---|---|---|---|
1 | ![]() |
||
2 | ![]() |
più di 1.600.000 | 2,7% |
3 | ![]() |
più di 900.000 | 1,5% |
4 | ![]() |
più di 150.000 | |
5 | ![]() |
550.000 | 1% |
6 | ![]() |
400.000 | 0,5% |
7 | ![]() |
800.000-3 milioni | 1,3%-5% |
8 | ![]() |
1.000.000 | 1,6% |
9 | ![]() |
400.000 | 0,5% |
10 | ![]() |
250.000-300.000 | 0,42%- |
11 | ![]() |
200.000 | 0,3% |
12 | ![]() |
250.000-450.000 | 0,42%-0,75% |
13 | ![]() |
200.000-300.000 | 0,3%-0,5% |
14 | ![]() |
300.000 | 0,5% |
15 | ![]() |
200.000 | 0,3% |
16 | ![]() |
130.000-160.000 | |
17 | ![]() |
200.000 | 0,3% |
Religioni
La libertà religiosa è largamente garantita dallo Stato, sebbene la Chiesa Anglicana sia considerata culto ufficiale. Essa è divisa in due arcidiocesi (York e Canterbury) e 43 diocesi. Con il Moment Act of Union del 1707 in Scozia è considerata religione ufficiale quella della Chiesa di Scozia (presbiteriana). Questa e gli altri gruppi protestanti rappresentano il 10% della popolazione. Alcattolicesimo aderisce circa il 9% dei britannici, nonostante il duro colpo subito nel Cinquecento con la Riforma Anglicana. Dopo essere stato bandito, fu restaurato in Inghilterra e Galles nel 1850e in Scozia nel 1878 ed è da sempre molto forte nell’Irlanda del Nord. Tra le numerose comunità straniere prevalgono le religioni di origine: Islam, Induismo, Buddhismo, Sikhismo, eccetera. Gli ebrei sono circa 267.000 e rappresentano la maggiore comunità dell’Europa occidentale dopo quella francese.
Le statistiche rivelano una crescita dell’ateismo e dell’agnosticismo a scapito soprattutto della chiesa anglicana. Secondo il British Social Attitudes Survey, al 2008 la popolazione britannica è così ripartita a seconda dell’affiliazione religiosa o irreligiosa:[48]
- Cristiani: 48,07%
- Anglicani/Chiesa d’Inghilterra: 20,87%
- Non-denominazionali: 9,94%
- Cattolici: 9,26%
- Presbiteriani/Chiesa di Scozia: 2,89%
- Metodisti: 1,90%
- Battisti: 0,77%
- Protestanti generici: 1,56%
- Congregazionali: 0,30%
- Presbiteriani Liberi di Ulster: 0,02%
- Brethren: 0,10%
- Altri cristiani: 0,46%
- Atei e Agnostici: 43,19%
- Musulmani: 2,97%
- Indù: 1,50%
- Ebrei: 1,03%
- Sikh: 0,37%
- Altro 2,87%
Politica
Il Regno Unito è una monarchia costituzionale retta dalla casa dei Windsor. Il parlamento è diviso in due Camere (Houses): la Camera dei Lord (House of Lords), non elettiva e di fatto senza alcun potere, e la Camera dei Comuni (House of Commons), a cui spetta il potere legislativo. In entrambi i rami del parlamento vi sono rappresentanti dell’Inghilterra, della Scozia, del Galles e dell’Irlanda del nord. Le due camere si ritrovano insieme solo durante un’occasione speciale: Lo “State Opening of Parliament”.
Il Regno Unito comprende inoltre alcune dipendenze d’oltremare, talvolta in regime post coloniale:
- Anguilla
- Bermuda
- Territorio antartico britannico
- Territorio britannico dell’oceano Indiano
- Isole Cayman
- Isole Falkland (dette anche Isole Malvine o Isole Malvinas)
- Georgia del Sud e isole Sandwich meridionali
- Gibilterra
- Montserrat (isola)
- Isole Pitcairn
- Isola di Sant’Elena
- Isole Turks e Caicos
- Isole Vergini Britanniche
- Basi militari di Akrotiri e Dhekelia a Cipro
L’isola di Man, a dispetto di quanto credono molte persone, non fa parte del Regno Unito ma è una dipendenza della corona britannica, mentre le Isole del Canale (Isole Anglo-Normanne) hanno uno status simile appartenendo al re d’Inghilterra in qualità di duca di Normandia. Le Isole Orcadi e Shetland, invece, fanno semplicemente parte della Scozia. Il Regno Unito ha rapporti politici e commerciali con numerose altre nazioni del Commonwealth.
Il Regno Unito ha un ruolo trainante fra le economie occidentali sia sotto l’aspetto finanziario sia sotto quello commerciale. Negli ultimi due decenni il paese ha fatto fronte a un intenso processo diprivatizzazione. L’agricoltura è di tipo estensivo e altamente meccanizzata e la produzione copre circa il 60% del fabbisogno interno.
Il Regno Unito è ricco di riserve di carbone, gas e petrolio. La maggior parte del Prodotto Interno Lordo viene dal terziario; banche, assicurazioni e servizi finanziari mentre la parte di PIL dell’industria è in costante declino. Con oltre 9 milioni di visitatori all’anno il turismo è uno dei settori più importanti: il Regno Unito è il sesto paese più visitato al mondo.
Il Regno Unito è tra i paesi più industrializzati del mondo. In termini di prodotto nazionale lordo (PNL) è il quarto paese – seguito da Francia, Brasile e Italia – dopo Stati Uniti, Giappone eGermania. Nel 2002 il prodotto interno lordo del paese fu di 1.566.283 milioni di dollari USA, pari a un PIL pro capite di 26.440 dollari.
A partire dal secondo dopoguerra il paese ha dovuto affrontare numerosi problemi economici quali la pressione valutaria, il deficit della bilancia totale dei pagamenti, l’inflazione e, fino a poco tempo fa, una scarsa capacità produttiva. Durante la recessione verificatasi nel 1974, la situazione si fece ancor più critica: il numero di disoccupati superò il milione, vi fu un declino della produttività, i salari aumentarono e la moneta toccò minimi storici. Nel luglio 1975 il governo adottò severe misure anti-inflazione, con l’appoggio del mondo economico e dei sindacati, in modo da contenere gli aumenti salariali e l’inflazione.
Verso la fine degli anni settanta la scoperta di giacimenti di petrolio nel Mare del Nord consentì un’importante riduzione del deficit nella bilancia dei pagamenti. A partire dal 1979 la politica economica del paese ha promosso una maggior delega al settore privato, mettendo un freno alla spesa pubblica e ai servizi statali. Obiettivo prioritario rimaneva il contenimento dell’inflazione, a costo però di un tasso di disoccupazione storicamente elevato. Intorno alla metà degli anni ottanta vi erano nel paese oltre tre milioni di lavoratori senza impiego e dieci anni dopo ne rimanevano ancora circa 2,6 milioni. Il deficit di bilancio annuo all’inizio degli anni novanta era pari a circa l’1,1% del prodotto interno lordo. Nel gennaio del 1973 il Regno Unito aderì alla Comunità Europea(ora Unione Europea).
La struttura del lavoro è oggi significativamente cambiata. Nel 2002 la forza lavoro ammontava complessivamente a 29.602.654 lavoratori. Nel settore dei servizi è attualmente impiegato il 82% dei lavoratori, mentre nel 1955 lo era solo un terzo della forza lavoro. L’industria, che rappresentava un tempo il settore principale in termini di occupazione (42% della forza lavoro nel 1955), assorbe oggi solo il 17% della popolazione attiva. Il problema della disoccupazione è oggi meno grave che in passato: il tasso di disoccupazione del paese ha raggiunto infatti il 5,1% (2002).
Istruzione
L’istruzione nel Regno Unito è regolata dal National Curriculum per quanto riguarda l’Inghilterra, il Galles e l’Irlanda del Nord. Invece l’istruzione in Scozia ha un proprio regolamento. In tutto il Regno Unito l’obbligo scolastico dura dai 5 ai 16 anni.
Economia
Storia
La rivoluzione iniziò proprio nel Regno Unito concentrata inizialmente su industrie pesanti come la cantieristica, l’estrazione del carbone, la produzione di acciaio e fibre tessili. L’esistenza di un impero coloniale contribuì alla creazione di un mercato di sbocco oltremare dei prodotti britannici, permettendo al Regno Unito di dominare il commercio internazionale nel XIX secolo. Tuttavia, come per altri paesi industrializzati, il periodo compreso fra le due guerre mondiali segnò un’epoca caratterizzata dal declino economico, in cui il paese perse progressivamente il proprio vantaggio competitivo e l’apporto dell’industria pesante andò diminuendo lungo tutto il corso del XX secolo. Il settore manifatturiero rimase una parte significativa dell’economia, ma nel 2003 contribuiva solamente ad un sesto della produzione nazionale.
Materie prime
Il paese possiede materie prime energetiche fondamentali per la sua economia, quali carbone e riserve di gas naturale e petrolio, sebbene in continuo declino. Sono stimate oltre 400 milioni di tonnellate di riserve di carbone, e nel 2004 il consumo totale (comprese le importazioni) è stato di 61 milioni di tonnellate.
Settore secondario
L’industria automobilistica britannica era una parte significativa di questo settore, anche se la sua importanza è andata diminuendo con il crollo del MG Rover Group e il passaggio in mano straniera di una parte cospicua del settore. La produzione di aeromobili ad uso civile e militare è guidata dalla più grande azienda aerospaziale del Regno Unito, la BAE Systems, e dalla ditta europea EADS, proprietaria dell’Airbus. Rolls-Royce detiene la principale quota del mercato dei motori aerospaziali. L’industria chimica e farmaceutica è forte nel Regno Unito, con la seconda e la sesta più grande azienda farmaceutica (GlaxoSmithKline e AstraZeneca rispettivamente). La Banca d’Inghilterra, la banca centrale del Regno Unito.
Il terziario

Il settore è cresciuto notevolmente, e rappresenta circa il 73% del contributo al PIL. Il settore dei servizi è dominato da servizi finanziari, in particolare dal settore bancario e assicurazione. Londra è il più grande centro finanziario con il London Stock Exchange, il London International Financial Futures and Options Exchange, la Lloyd’s of London che hanno base in questa città. Londra è un importante centro per il commercio internazionale ed è tra i leader direzionali dell’economia mondiale (insieme a New York e Tokyo). Possiede la più grande concentrazione di filiali di banche estere di tutto il mondo. Molte società multinazionali hanno aperto una loro filiale a Londra. La capitale scozzese, Edimburgo, è al contempo uno dei grandi centri finanziari d’Europa ed è sede della Royal Bank of Scotland Group, una delle più grandi banche del mondo. Nel 2007 il debito pubblico del Regno Unito era pari al 44% del PIL. L’industria legata alla creatività ha rappresentato il 7% del PIL nel 2005, con una crescita media del 6% su base annua tra il 1997 e il 2005. Per contro il settore agricolo rappresenta solo lo 0,9% del PIL del paese.
Il turismo
Il turismo è un settore molto importante per l’economia britannica. Con oltre 27 milioni di turisti arrivati nel 2004, il Regno Unito è classificato come il sesto polo di destinazione turistica del mondo. Londra, con un margine considerevole, è la città più visitata al mondo con 15,6 milioni di visitatori nel 2006, precedendo Bangkok (10,4) e Parigi (9,7 milioni).
Politiche economiche
Il Regno Unito è uno Stato membro dell’Unione europea e l’Europa rappresenta un importante mercato per il paese. Dell’economia si occupa il Chancellor of the Exchequer, il Cancelliere dello Scacchiere, titolo storico col quale viene designato il Ministro dell’economia e delle finanze britannico. Negli ultimi anni l’economia britannica è stata gestita in conformità con i principi di liberalizzazione del mercato e bassa tassazione e regolamentazione. Dal 1997 la Banca d’Inghilterra è stata responsabile della fissazione dei tassi di interesse per conseguire l’obiettivo generale di inflazione fissato dal Cancelliere ogni anno, in modo totalmente indipendente dal Governo, in ottemperanza alle disposizioni comunitarie sulla autonomia delle banche centrali nazionali. Il governo scozzese, previa approvazione del Parlamento scozzese, ha la facoltà di variare il tasso di base dell’imposta sul reddito dovuta in Scozia di 3 pence per sterlina, anche se questo potere non è ancora stato esercitato.
Moneta
La moneta del Regno Unito è la sterlina inglese, rappresentata dal simbolo £. La Banca d’Inghilterra è la banca centrale, responsabile per il rilascio di valuta. Il Regno Unito ha scelto di non aderire all’euro al lancio della moneta, e il Primo Ministro britannico ha escluso l’adesione nell’immediato futuro. Nel 2005 più della metà (55%) degli abitanti del Regno Unito erano contrari all’adozione della moneta unica, mentre il 30% era a favore.
Regno Unito | |||||||
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Dati amministrativi | |||||||
Nome completo | Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda del Nord | ||||||
Nome ufficiale | United Kingdom of Great Britain and Northern Ireland | ||||||
Lingue ufficiali | inglese riconosciute anche: mannese (Isola di Man), gallese (Galles),gaelico scozzese (Scozia),irlandese o gaelico irlandese (Irlanda del Nord), francese enormanno (Isole del Canale) | ||||||
Capitale | Londra (7.556.900 ab. / 2007) | ||||||
Politica | |||||||
Forma di governo | Monarchia costituzionaleparlamentare | ||||||
Regina | Elisabetta II del Regno Unito | ||||||
Primo Ministro | David Cameron | ||||||
Proclamazione | 1º gennaio 1801[2] | ||||||
Ingresso nell’ONU | 24 ottobre 1945. È membro permanente delConsiglio di Sicurezza[3] |
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Ingresso nell’UE | 1º gennaio 1973 | ||||||
Superficie | |||||||
Totale | 244 820 km² (76º) | ||||||
% delle acque | 1,3 % | ||||||
Popolazione | |||||||
Totale | 63.181.775 ab. (2011) (22º) | ||||||
Densità | 256,29 ab./km² | ||||||
Geografia | |||||||
Continente | Europa | ||||||
Fuso orario | UTC (UTC+1 in ora legale) | ||||||
Economia | |||||||
Valuta | Sterlina britannica | ||||||
PIL (PPA) | 2.230.549[4] milioni di $ (2008) (7º) | ||||||
PIL pro capite(PPA) | 36.522[4] $ (2011) (22º) | ||||||
ISU (2011) | 0,863 (molto alto) (28º) | ||||||
Fecondità | 1,9 (2010)[5] | ||||||
Varie | |||||||
TLD | .uk, .eu, .gb (inutilizzato) | ||||||
Prefisso tel. | +44 | ||||||
Sigla autom. | GB vedi targhe automobilistiche britanniche | ||||||
Inno nazionale | God Save the Queen | ||||||
Festa nazionale | Trooping the Colour(compleanno ufficiale della regina Elisabetta II) | ||||||
Evoluzione storica | |||||||
Stato precedente | ![]() |