Il rutilismo è la caratteristica delle persone che hanno peli e capelli rossi o castano ramato. Questa caratteristica è occasionale nelle popolazioni caucasiche e si crede relazionata con una pigmentazione più chiara e la presenza di lentiggini ed un’alta propensione al melanoma e ad altri problemi cutanei; tuttavia non sembra essere relazionata con una pigmentazione oculare (anche se alcuni la mettono in relazione con il colore verde) o un determinato sesso. Si sospettano anche gravi problemi con anestetici, ma sono in corso ancora degli studi. Il rutilismo sembra trasmettersi come carattere recessivo monomero davanti a qualunque altro colore di capelli, però questo modello non risulta soddisfacente in molte genealogie. Il numero di persone dai capelli rossi (naturali), nel mondo, risulta in calo, probabilmente a causa del carattere recessivo del gene che li codifica.
Molti individui dicono di sentirsi più attratti da uomini e donne dai capelli rossi, ma esiste anche una superstizione (forse romana) secondo cui esse portano sfortuna; si dice che in questo caso per non ricevere cattiva sorte bisogna toccare un bottone. Per questa superstizione nelle epoche passate molti rossi sono stati ripudiati o assassinati. [senza fonte]
Nell’antico Egitto si consideravano i rossi come discendenti di Seth e si attribuiva loro una maggiore ferocia. Nella cultura giudeo-cristiana, il rutilismo poteva avere a che fare con Caino e alcuni personaggi biblici erano immaginati coi capelli rossi, come Giuda Iscariota, Esaù e Maria Maddalena. [senza fonte]. Gli unici personaggi biblici di cui si hanno testimonianza scritta ad avere i capelli rossi sono Esaù (Genesi 25,25) e Re David (1 Samuele 16,12) Secondo alcune ipotesi non ufficiali, nelle leggende lo stesso Ulisse avrebbe posseduto tale colore di capelli. Prova ne sarebbe il fatto che il suo nome greco Odysséus (Ὀδυσσεύς) deriverebbe dal verbo *odýssomai (*ὀδύσσομαι, “essere adirato”), in quanto si pensava in antichità che le persone dai capelli rossi fossero facilmente irascibili e quindi propense all’odio.
La comparsa di chiome rosse è stata associata in molte popolazioni ad antenati celti o fenici, però questo deve essere ancora dimostrato. Alcuni studiosi autorevoli sostengono che grandi personaggi storici, come Gengis Khan, lo furono.[senza fonte]
La maggiore percentuale dei rossi si trova in Irlanda e Regno Unito. In Argentina la gente dai capelli rossi comprese gran parte della popolazione a causa dell’ondata di immigrazione della Gran Bretagna e l’Irlanda nel corso del secolo XIX e inizi del secolo XX.
In altre specie di mammiferi troviamo anche individui con pelame rosso, come nei primati, nei gatti e nei cani.
Biochimica dei capelli rossi
Si dovrebbe tenere in considerazione che la colorazione del capello può variare nel corso della vita ed è anche collegata all’esposizione al sole. Nel 1997 si scoprì la sua biochimica e pare che si associ al recettore di melanocortina e il colore rossastro sarebbe associato con componenti di ferro. Si crede inoltre che il gene recessivo associato al rutilismo avrebbe un’antichità fra 50.000 e 100.000 anni. Tutti i rossi presentano varianti nella regioni MC1R nel cromosoma 16.
Paleoantropologia del rutilismo
Il capello rosso compare in singoli casi in tutte le popolazioni della terra (eccetto, per quanto noto, l’America precolombiana). Da alcuni antropologi è stato perciò interpretato come una mutazione individuale affine all’albinismo. Esso è però più diffuso in Europa, dove le percentuali possono raggiungere valori relativamente elevati (Italia 0,58%, Svizzera 0,5%–1,5%, Baviera 3%, Scozia 5,4%, Svezia 2,3%). Nell’insieme si nota una maggior frequenza nei paesi dell’Europa settentrionale: poiché il rutilismo sembra dominante rispetto al biondo e recessivo rispetto al bruno, si è inoltre pensato che la maggior frequenza del capello rosso nell’Europa in genere, e nelle regioni settentrionali in particolare, fosse da attribuire al fatto che in queste zone è relativamente diffuso il biondismo. Vi sono però dei fatti che contrastano con questa interpretazione: gli Scozzesi ad esempio sono decisamente più bruni degli Svedesi e presentano tuttavia un’alta frequenza di rutilismo (che nelle popolazioni delle zone montuose della Scozia raggiunge anche il 7–11%. Nel cantone di Sciaffusa (Schaffhausen), dove quasi il 70% della popolazione è biondo,[senza fonte] il rutilismo compare con frequenza dell’1%. In tutte le province dell’Olanda è stata trovata un’ugual frequenza di capello rosso (2,5%), indipendentemente dal fatto che la maggioranza della popolazione locale fosse bionda o bruna.
Si è perciò tentati di considerare il rutilismo come un carattere residuale, ereditato da una popolazione in cui esso era presente nella totalità o quasi degli individui e conservatosi in alcune zone nelle quali l’ibridazione è stata più lenta: data la distribuzione attuale – e in particolare nel passato – del rutilismo, in letteratura è stato proposto che questa popolazione sia da far coincidere con i paleo-europoidi di tipo Cromagnonoide.
Inoltre, un elemento che ha portato ad associare il “gene dei capelli rossi” ad una provenienza dal nord è dato dal fatto che viene chiamato anche “gene normanno”, appunto ad indicare quelle popolazioni del nord come i Vareghi (o Rus, da cui prese il nome la Russia) o Svedesi, i Norvegesi ed i Danesi, che tra circa l’840 d.C. e il 1017 d.C. invasero il Sacro Romano Impero e vi si insediarono introducendo la propria lingua tra i Franchi, tanto che uno o due secoli più tardi questa mescolazione diverrà lingua nobile, lingua normanna della regione Normandia.
Rutilismo ed eritrismo
In antropologia fisica si usa talvolta (invece di rutilismo) il termine eritrismo, che indica più correttamente un’anomalia di colore nel pelame degli animali, noto anche come isabellismo.