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16 ottobre 1943, i film sulla Shoah degli ebrei di Roma nel 70° anniversario

Sono passati 70 anni dalla deportazione dei primi ebrei di Roma, ma ancora oggi nomi come Herbert Kappler, il capo della Gestapo nella capitale, fanno rabbrividire, provocando in ognuno di noi riminiscenze terribili su quello che significò l’Olocausto. Abbiamo deciso di proporvi alcuni titoli dedicati all’argomento, girati in epoche diverse ma sempre attuali e che oggi andrebbero rivisti, per non dimenticare mai ciò che un uomo è in grado di fare a un suo simile.

Partiamo con un classico del 1961, diretto dal recentemente scomparso Carlo LizzaniL’oro di Roma, una tragedia corale costruita magistralmente, dove vengono toccati fatti storici realmente accaduti uniti a storie di uomini comuni divenuti eroi. La storia parte dal famoso riscatto di Kappler: la comunità israelitica avrebbe dovuto versare 50 chili d’oro per l’incolumità, ma la promessa non verrà mantenuta. Alcuni giovani cercano di ribellarsi e una studentessa, divisa per l’amore tra un cattolico e l’attaccamento alle sue radici deciderà di consegnarsi ai tedeschi.

Nel 2001 è stata la volta di un altro maestro del nostro cinema di affrontare il tema della Shoah romana: Ettore Scola, che in Concorrenza sleale, mette in scena un dramma non scevro da amari risvolti comici, con protagonisti Sergio Castellitto (Leone Della Rocca) e Diego Abatantuono (Umberto Melchiorri). Il primo è un ebreo romano col senso degli affari, il secondo un milanese bauscia invidioso dei successi altrui. La storia parte dal ‘38, con l’instaurazione delle odiose (anche per i cattolici) leggi razziali e si conclude con la forzosa partenza verso il ghetto da parte della famiglia di Leone. Il resto è storia…

Constantin Costa Gavras (L’amerikano), nello stesso anno, decise di girare un film che tocca a latere il dramma degli ebrei di Roma: Amen, infatti, va a denunciare la connivenza tra le alte gerarchie ecclesiastiche (in primis il Pontefice Pio XII) che tacquero gli abomini nazisti. Un chimico delle SS (Ulrich Tukur) scopre che lo Zyclon B, sostanza velenosa da lui inventata per le disinfestazioni viene utilizzato dai suoi superiori per sterminare gli ebrei. Si confida con un giovane gesuita (Mathieu Kassovitz), mentre si svuota il ghetto di Roma…

Anche il turco Ferzan Ozpetek si è cimentato col tema dell’Olocausto, partendo però da una situazione contemporanea e apparentemente totalmente estranea ai fatti del ‘43. Ne La finestra di fronte (2003), si intrecciano le storie di una coppia in crisi (Giovanna Mezzogiorno e Filippo Nigro) il vicino (Raul Bova) e un anziano pasticcere che soffre di amnesia (Massimo Girotti). E scavando nel passato sepolto dell’uomo ormai senescente si scoprono drammi legati a quel disperato autunno romano del ‘43.