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Spiego a Kratos gli slip

Dopo aver spiegato a Kratos le mutande sia maschili sia femminili e dopo aver detto fatto vedere a kratos delle mutandine femminili e delle mutande maschili , io dissi a Kratos – adesso ti spiego gli slip e Kratos disse – comincia quando vuoi . Dopo pochi minuti io dissi a Kratos tutto sugli slip – Lo slip (dall’inglese to slip, scivolare) è un indumento di biancheria intima maschile e femminile. È una mutanda sgambata ed attillata con un elastico in vita.

 

Sono spesso in cotone, che ha la capacità di assorbire il sudore, di evitare il surriscaldamento dei genitali e di non provocare irritazioni, ma sono disponibili anche slip in microfibra, lycra, poliammide, seta e nylon.

 

Nel XIV secolo a.C., nel guardaroba del faraone Tutankhamon era presente un indumento intimo di forma triangolare simile agli slip.

 

Per lo slip come lo conosciamo oggi tuttavia occorre andare al 1906, anno in cui venne pubblicizzato all’interno di un catalogo di moda un tipo di biancheria intima maschile in maglia, corta e aderente, adatto a chi pratica sport, ma questa iniziativa ebbe un successo solamente a livello locale.

 

Il termine slip venne utilizzato per la prima volta nel 1913, però questo indumento ebbe successo a partire dal 19 gennaio 1935, data in cui la Coopers, Inc. (Jockey International), a Chicago, commercializzò un modello con apertura a Y con il nome di Jockey. In pochi giorni furono acquistati seicento paia e a tre mesi dall’uscita sul mercato furono venduti trentamila paia di mutande. In breve tempo in America i jockeys sostituirono completamente i union suit, indumento in maglia che copriva tutto il corpo.

 

Nel Regno Unito furono venduti per la prima volta nel 1938 e presto si iniziarono a vendere 3000 paia di slip a settimana. Divennero popolari nel 1948, quando ogni membro della delegazione olimpica britannica ricevette un paio di slip gratis. Una più ampia diffusione degli slip in Europa si ebbe a partire dal 1967, anno in cui il governo francese autorizzò il passaggio di spot televisivi riguardanti capi di abbigliamento intimo.

 

Slip maschili

 

Lo slip maschile, a differenza dei boxer, contiene i genitali di chi li indossa in una posizione relativamente fissa. Ciò rende questo tipo di biancheria intima molto diffuso tra chi pratica sport e tra chi preferisce un maggior supporto per i propri genitali rispetto a quello che possono fornire i boxer. A differenza di questi, gli slip non salgono su mentre si corre. Gli slip possono avere un’apertura sul davanti per consentire un accesso più rapido ai genitali per urinare. Nel Regno Unito questo tipo di slip sono solitamente chiamati con il nome di Y-fronts, per la y rovesciata formata dalle cuciture, ma lo slang è utilizzato per gli slip con apertura in generale, anche quando le cuciture non formano la y rovesciata.

 

Tuttavia, poiché lo slip può surriscaldare i testicoli, sono stati criticati per gli effetti negativi sul numero degli spermatozoi. Ma non tutte le ricerche scientifiche giungono alle stesse conclusioni. Uno studio pubblicato sul numero dell’ottobre 1998 del Journal of urology, ad esempio, affermò che è improbabile che questo tipo di biancheria intima possa avere un effetto significante sulla fertilità maschile, perché, pur essendoci una minima riduzione dello sperma vivente a causa del calore causato dalla vicinanza dei testicoli al corpo, la quantità di sperma sano non varia.

 

Slip femminili

 

Gli slip femminili, variante del modello maschile erano già conosciuti nel XVI secolo, ma erano considerati poco eleganti ancora sino al XIX secolo, indossate dalle signore più freddolose o malate. Tuttavia solo negli anni venti comparve un tipo di mutandina per bambini, simile a quelle attuali. Con l’avvento del primo conflitto mondiale la maggior parte delle donne solitamente indossava slip, per avere più possibilità di movimento e per assicurarsi più protezione con l’accorciarsi delle gonne.

 

Al Torneo di Wimbledon del 1949 comparve il primo vero e proprio slip, indossato sotto la gonnellina corta da tennis dalla tennista americana Gussie Moran, che vinse il torneo.

 

In breve tempo anche gli slip femminili si sono diffusi in tutto il mondo in vari modelli.

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Spiego a Kratos le mutande

Dopo aver detto a Kratos quello che gli spieghiamo oggi , io dissi a Kratos – prima di spiegarti lo slip , ti devo spiegare le mutande e Kratos disse – comincia pure quando vuoi e se ci sono foto faccele vedere e io dissi – certamente . Dopo pochi minuti io dissi a Kratos tutto sulle mutande – Con il termine mutande si indica un capo d’abbigliamento (sia maschile che femminile), in genere fatto di materiali naturali come cotone, seta, merletti oppure artificiali come nylon, lycra, tulle, da indossare a contatto con le parti intime.

 

La mutande ha forme diverse a seconda che sia maschile o femminile. Per gli uomini esistono due modelli di mutande: gli slip (sgambati) e i boxer (a forma di pantaloncino, ma più attillati).

 

Le donne utilizzano più tipi di mutande (che, in generale, nella loro versione femminile vengono chiamate “mutandine”, indipendentemente dalle effettive dimensioni e dal modello):

 

 lo slip (simile a quelli da uomo)

 

 il tanga, uno slip estremamente sgambato, tanto da consistere, sui fianchi, in un semplice cordoncino o nastrino;

 

 il perizoma, diverso dallo slip per il fatto di essere costituito, nella parte posteriore, da una strettissima striscia di tessuto (o in un cordoncino); una volta indossato l’indumento, la parte posteriore si posiziona all’interno dell’incavo tra le natiche e viene quindi totalmente nascosto, lasciando quindi le natiche quasi interamente nude;

 

 la brasiliana, una via di mezzo tra slip e perizoma, caratterizzata dall’avere la parte posteriore costituita da un triangolo che copre solo una parte minima del deretano;

 

 la culotte, uno slip piuttosto alto che copre tutto il sedere ed eventualmente una parte delle cosce; può svolgere una blanda funzione contenitiva.

 

 le mutande di lana, che si distinguono, oltre che per il tessuto (la lana, appunto) anche per il fatto di scendere fino alle caviglie, indossate dai militari tra le mutande ed i pantaloni.

 

Esistono inoltre vari tipi di guaina (un indumento contenitivo destinato e modellare e contenere vita, addome e sedere) aventi foggia di mutandina, sia con gamba, sia sgambate; esse sono appunto dette “guaina mutandina”. Il termine italiano “mutande” deriva dal gerundivo latino mutandus (del verbo “muto-as-avi-atum-mutare”) che significa “da cambiarsi”. Durante il periodo longobardo, le mutande erano anche note come femoralia. La parola è riferita da Paolo Diacono. Alahis, duca di Trento, a un diacono che gli domanda udienza per trasmettergli un’ambasciata dall’Arcivescovo fa rispondere che può essere ammesso “si munda femoralia habet”. Anticamente, le mutande erano un indumento tipicamente maschile, solitamente in lino e di lunghezza variabile a seconda della moda del periodo. Nel Trecento ad esempio con l’accorciamento della veste maschile sotto all’inguine, le mutande erano cortissime, e bastava che un uomo si piegasse per poterle vedere. Le donne solitamente non portavano mutande ma la camicia. Nel 1500 braghesse larghe e lunghe fino al ginocchio furono a volte indossate in Italia, ma diventarono subito un indumento per le prostitute, pur essendo state introdotte – si dice – da Lucrezia Borgia. Le mutande femminili entrarono nell’uso comune piuttosto tardi. All’inizio dell’Ottocento, diventarono, pur fra molte resistenze, parte della biancheria femminile. Il modello era formato da lunghe brache tubolari accuratamente nascoste. Era vietato pure nominarle e le si chiamava tubi della decenza. Assieme alle mutande proliferò la biancheria intima, bianca e ornata di pizzo. Essa era tuttavia riservata soprattutto alle signore, e solo all’inizio del 1900 entrò anche nell’uso delle classi popolari. Quando cominciarono ad essere adottate più ampiamente non mancarono le critiche: “Questo costume mezzo maschile ha qualcosa di strano e l’esiguo numero di donne che si è fatto vedere coi mutandoni sui boulevards e alle Tuileries, sono state oggetto di un’attenzione così conturbante che solo le ragazze di vita hanno indossato questo indumento” . Durante l’Ottocento solo alle bambine era dato girare con la gonnella corta e le mutande bene in vista; si trattava di un primo tentativo di creare una moda infantile, che mai era esistita prima di allora. Coll’andar del secolo le mutande si accorciarono e arricciarono. Con l’avvento della celebrata donna fatale la biancheria assunse tonalità più erotiche, e addirittura le mutande si mostrarono, appaiate a calze nere, nello sfrenato ballo del can can. Negli anni 1920 le mutande diventarono corti pagliaccetti, per poi accorciarsi sempre di più fino agli anni Sessanta, quando la minigonna obbligò ad usare slip di piccola taglia. Sebbene questo indumento sia generalmente considerato necessario sia per gli uomini che per le donne, non tutti portano le mutande. In particolare le donne di spettacolo prefericono talvolta rinunciarvi specie sotto certi abiti da sera, per evitare che l’intimo risulti visibile.

 

Nel linguaggio moderno la mutande assume anche significati metaforici,ad esempio l’espressione “mutande in testa” indica il legame tra due componenti di una coppia che comporta l’impossibilità da parte di uno dei componenti di essa,a compiere azioni non gradite dal partner. Per il sesso femminile

 

 

 

Brasiliana

 

 Culotte

 

 Mutanda-guaina contenitiva da gravidanza

 

 Perizoma

 

 Slip

 

 Tanga

 

 

 

Per il sesso maschile

 

 Boxer

 

 Slip

 

 Sospensorio

 

 Perizoma.